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Bartolomeo Salvestrini (Castello-Firenze, 1599 -1633)

Arione e il delfino

olio su tela

XVII sec.

cm 79 x 143

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Descrizione

Il dipinto raffigura un soggetto davvero raro nella pittura del Seicento, ovvero il mito greco del citarista Arione di Lesbo che, derubato delle sue ricchezze durante il viaggio su una nave di ritorno da Taranto dai marinai che lo avrebbero costretto a gettarsi dalla nave, prima di gettarsi suonò con la cetra un’ode al Dio Apolllo attirando dei delfini intorno all’imbarcazione. Erodoto narra che uno dei delfini lo caricò sul dorso portandolo in salvo presso il santuario di Poseidone a Capo Tenaro. Il dipinto raffigura proprio il momento in cui Arione lanciatosi dalla nave, che appare sullo sfondo, viene portato in salvo sul dorso del delfino. Salvestrini, allievo di Giovanni Bilivert (1550-1603), a questi vicino anche stilisticamente, si inserisce in quel filone di “naturalismo” inaugurato a Firenze da Francesco Furini (1604- 1646) sullo scadere del 1620, l’opera sofisticata tradisce un sottile erotismo di fondo, sulla scia delle opere del Furini,

Bartolomeo Salvestrini (Castello-Firenze, 1599 -1633)

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